Animali & Umani: la maternità

La gravidanza e la maternità sembrano essere governati da forze che ci sembrano sconosciute. C’è una emozionalità più viva, le sensazioni sono amplificate e gli ormoni cambiano e solleticano la personalità a seconda delle circostanze.
Il parto e tutti i suoi processi pre-natali e post-natali sono guidati da quello che è definito il “cervello arcaico”, silenziando, o comunque riducendo un po’ di più quella parte connessa al ragionamento ed al linguaggio. Il cervello arcaico, è quello strettamente legato all’istinto, alla realtà puramente animale, e che ebbene sì, abbiamo anche noi come tutti gli altri mammiferi. Solo che poche volte non ci rendiamo conto…

I mammiferi hanno un’affettività e una maternità di degna di nota sia nel periodo pre-natale, che nel post-natale. Alle volte, siamo più noi umani che decidiamo di non lasciarci andare alla parte più animale, nascondendoci dietro alle paure e all’ansia, con l’effetto di creare disarmonie nel legame madre-figlio.

In fondo, siamo animali, ed una certa naturalità e fisiologia ha il suo indubbio valore… Vediamo qualche analogia e differenza.

Gli animali poco prima di partorire cercano un luogo adatto per potersi dedicare a questo momento, intimo. Il dolore ha la sua funzione, e serve per annunciare alla madre che avverrà il parto e che si troverà in una situazione di vulnerabilità e delicatezza. Pertanto cercano un luogo sicuro, al riparo da eventuali predatori.

Nell’essere umano, tale processo di riservatezza e ricerca è da preservare. Cercare di preservare il contatto con il proprio corpo e con il proprio istinto. Il cervello arcaico sa guidarci nella maternità, attivando tutta una serie di scelte ed azioni atte a proteggere, amare, e riprodursi. Tutto ciò che aumenta l’attività cerebrale di tipo razionale, porta ad una riduzione di determinati ormoni e neurotrasmettitori che agiscono al nostro interno. E soprattutto, l’ossitocina, definito anche come ormone timido, oltre che dell’amore, è facilmente influenzabile da quello che sono fattori estrinseci ed intrinseci. Ecco, perché ancora una volta è fondamentale l’Ecologia della Nascita. Luci delicate e soffuse, morbidezza, silenzio, musica dolce, contatto fisico, rilassamento, odori profumati ecc.
Cura, protezione, rilassamento, delicatezza e presenza, sono le fondamenta sia per i mammiferi che per gli umani mammiferi. Difatti, non saremmo poi così tanto diversi…

Infine, vediamo qualche esempio della maternità post partum.
La femmina dei marsupiali ha una tasca (il marsupio) sul suo addome. Partorendo un solo figlio, dopo 30-40 giorni di gestazione , il cucciolo rimane con la mamma nella tasca rimane fino al 5°-6° mese. Dopo circa 6 mesi comincia a uscire dal marsupio per procurarsi il cibo, ma comunque ritorna comunque nel marsupio tra una “gita” e l’altra.
Negli elefanti la gestazione dura circa 21 mesi e le femmine partoriscono mediamente ogni 4 anni. Dopo mezz’ora dalla nascita il cucciolo di elefante è in grado di reggersi in piedi e per i primi 3 anni rimane sempre vicino alla madre, che lo allatta e lo protegge costantemente.
Negli scimpanzé la riproduzione non è molto frequente ed il motivo è che la madre si occupa dei piccoli per un lungo periodo, entro il quale i cuccioli si cibano solo del latte materno. Il neonato vive per circa 6 mesi attaccato al petto della madre sostenendosi aggrappandosi ai peli, poi, in genere, si sposta sulla schiena. In natura, quando vivono liberi in foresta, i piccoli restano a costante contatto con la madre fino alla pubertà, che nella femmina è intorno ai 7 anni.

Questi sono solo esempi della maternità di alcuni mammiferi. E, lo stesso avviene all’interno della donna, solo che, talvolta, la società ci impone certi ritmi che non ci consentono di conciliare l’istinto della maternità con la ‘normale’ vita quotidiana.

È un momento di grande trasformazione. Il risveglio della consapevolezza alla maternità permette di aprire una finestra di riflessione su quelle che sono le nostre abitudini.

È chiaro che una maternità così ‘animale’ è difficile da mettere in pratica, ma questo ci può permettere ed iniziare a capire qualcosa in più sui nostri processi biologici, ricavando linee guida genitoriali che possano essere trapiantate nel nostro stile di vita, arricchendo la nostra vita e quella del bambino!

Quindi meglio investire su una bella fascia rigida e portare il piccolo, oppure massaggiare il proprio bambino almeno una volta al giorno (come analogamente fa la femmina gatto leccando i suoi cuccioli nella stimolazione sensoriale). Ridurre al minimo tutti gli iper-stimoli della nostra società: il rumore dell’aspirapolvere infastidisce qualsiasi essere vivente, figuriamoci se non desta disturbo ad un neonato mentre dorme per “farlo abituare al peggio”.

La responsabilità genitoriale è anche questa. Prendersi cura, come fanno anche gli animali, dello sviluppo del proprio cucciolo entrando in uno stato empatico e simbiotico, almeno fino a ché il cucciolo non inizi a sviluppare la sua indipendenza. I bambino di oggi, saranno gli adulti di domani.
Re impariamo dagli animali

Ecco, qui sotto un video bellissimo di un cucciolo di elefante e la sua mamma. Inspiriamoci!

http://https://www.facebook.com/natgeo/videos/10155587346418951/

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